Praga 1744

Esilio Forzato da Praga 1744

Nel 1744, l'imperatrice Maria Teresa d'Austria emanò un editto che ordinava l'espulsione di tutti gli ebrei dalla città di Praga, in Boemia. L'ordine venne dato a causa delle tensioni religiose e delle preoccupazioni economiche tra gli ebrei e la popolazione cristiana locale.

L'editto ordinava che gli ebrei fossero espulsi entro sei mesi e che non sarebbe stato permesso loro di prendere con sé più di una somma limitata di denaro e beni personali. Molti ebrei furono costretti a vendere i loro beni a prezzi molto bassi per poter finanziare il loro trasferimento.

In totale, circa 7.000 ebrei furono costretti a lasciare Praga e furono dispersi in varie parti dell'Europa centrale e orientale. Molti di loro si stabilirono in Moravia e in altre parti della Boemia, dove furono costretti a vivere in povertà a causa della discriminazione e delle restrizioni imposte loro dalle autorità locali.

L'editto di espulsione fu revocato solo molti anni dopo, nel 1848, quando l'Austria divenne uno stato costituzionale e venne emanata una nuova legge sulla libertà religiosa. Tuttavia, molti ebrei non tornarono mai a Praga e si stabilirono altrove.