Idioma... Influenza il comportamento di un popolo?

L’economista Keith Chen dell’Università di Los Angeles ha scoperto che i cinesi, che non hanno un tempo verbale preciso per indicare il futuro, hanno una propensione a mettere da parte i soldi del 30% maggiore rispetto a chi parla lingue più “definite” lingue in cui il futuro è ben distinto dal Presente o dal Passato.

L’ ebraico assegna quasi sempre il genere maschile e femminile alle parole, mentre in finlandese non accade.
Così, i bambini ebrei si accorgono in media un anno prima di essere maschi o femmine, rispetto ai loro coetanei finlandesi.

In amazzonia, vive una tribù molto antica  e molto isolata dal resto del mondo: i Piraha.
Questa tribù non ha termini per indicare i numeri nel proprio linguaggio, quindi usa solo parole come “pochi” e “molti”.
Ne consegue che non sanno tenere conto delle quantità esatte, ma solo approssimative e che la loro percezione della realtà risulta essere fortemente alterata rispetto alla nostra.

In inglese se un vaso si rompe si sottende sempre la presenza (e quindi la responsabilità) di qualcuno, in spagnolo ( e in molte altre lingue come l’italiano) si  tende-invece-a dire che il vaso si è rotto (e quindi a non assumersi la responsabilità dell’accaduto).
Secondo alcuni studi, questa differenza linguistica di ripercuote nel sistema giudiziario inglese, che è profondamente differente da quello latino.
Quindi stando a queste ricerche, il nostro idioma può anticipare la percezione della nostra sessualità (come abbiamo visto per i bambini ebrei), può alterare la percezione della realtà ( come per la tribù dell’amazzonia)
Può determinare la nostra capacità di risparmio (come per i cinesi) e persino la nostra concezione di responsabilità (come per gli inglesi)