Consapevoli Che...

Siamo macchine imperfette. Ci sembra di funzionare nel migliore dei modi possibili, ma è un’illusione soggettiva, dovuta al fatto che siamo noi stessi a valutarci. Invece funzioniamo in un preciso modo, che non è quello ideale e perfetto, ma il risultato di molte casualità fisiche ed evolutive. Se vediamo degli elegantoni bere glen Grant, ci resta l’impressione che glen grant abbia a che fare con l’essere belli e fortunati. Se ci fanno delle domande con una presupposizione, finiamo per ricordarci un filmino diverso da quello che abbiamo visto (esperimento di loftus 1975).
Funzioniamo come c’è lo permettono i nostri neuroni, con i loro specifico sistema per immagazzinare e trattare l’informazione, evolutasi rocambolescamente nei milioni di anni. Il linguaggio si è instaurato su questa macchina biologica in modo piuttosto abusivo, poche decine di migliaia di anni fa, e ci funziona bene, ma non funziona in maniera ideale e assoluta. Funziona in una maniera Reale, concreta, e limitata. Presenta difetti di acquisizione, filtro e mantenimento dell’informazione. Cioè, ci sono condizioni in cui comincia ad avere una resa parziale. Come un motore non può rendere appieno al di sotto di un certo numero di giri, così noi rendiamo meglio sopra un certo livello di attenzione, che a sua volta è reso possibile da un certo grado di asserzione del messaggio che ci arriva: sotto un certo livello di esplicitezza, date le condizioni di sovraccarico che caratterizzano il fluire del discorso, la nostra processazione è superficiale e difettosa. Si creano in noi impressioni diverse da quelle che si creerebbero se fossimo più attenti. Trascuriamo di vagliare bene gli elementi che ci sembrano meno importanti, oppure quelli che ci vengono presentati proprio in modo da farceli sembrare meno importanti. Il risultato è che crediamo di avere un perfetto potere di scelta, e invece siamo in parte manovrati dall’esterno, da chi ci fa scegliere quello che conviene a lui. 
-fonte Lingua Disonesta-